Alberto Salina

«Scrivo di amore e di odio, di gioia e di tristezza, di errori e di giustizia, di rispetto, di educazione, di idee, di sogni, di amicizia e di pensieri. Scrivo di tutto ciò che è il rapporto tra persone libere. Scrivo di fascisti e di partigiani, di ladri e di persone oneste, di poveri diavoli e personaggi così potenti da aver avuto in mano le sorti del mondo»

«Scrivo di preti e comunisti, di assassini e di uomini che hanno dato la vita per salvarne altre. Non ho mai scritto, almeno non intenzionalmente, di storia. Scrivo degli uomini e delle donne che fanno libere scelte a causa delle quali la storia prende una direzione rispetto ad un’altra. Sono sempre i personaggi, liberamente, che decidono dove vogliono andare e non il contrario».

«L’Uomo è stato creato libero. Per il suo bene Dio ha introdotto dieci semplici regole e gliele ha consegnate. Se le rispetta non serve altro. Non servono confini, non servono nazioni, non servono soldi o potere, non servono armi o prigioni non serve vendere o comprare le persone. Se non le rispetta tutte queste cose si rendono necessarie per contribuire a costruire le giustificazioni, spesso chiamate ideologie, per mezzo delle quali l’Uomo perde la propria libertà».

«In fondo, se ci pensate bene,  la Storia, è tutta qui».

Alberto Salina vive ad Ornavasso, in Provincia di Verbania, con la moglie Laura e i quattro figli: Matteo, Andrea, Gabriele e Marta. Laureato in Scienze Geologiche, lavora nel settore della produzione di materie prime minerarie.

L’amore per il lago ed i luoghi, dove è nato e cresciuto, la curiosità per la storia e la fantasia lo hanno portato ad inventarsi una serie, di romanzi, dal titolo “Le indagini del maresciallo Gatti”:

Il primo romanzo pubblicato nel 2013: I Moschettieri del Duce.
Nel 2014 pubblica: Adelaide.
Nel 2015 dà alle stampe: L.SS Adolf Hitler.
Nel 2016: Il partigiano Mondo.
Nel 2017: Il Genova .
Nel 2019: Gesù Bambino.
Nel 2021: Il Mulino                                                                                                                              

«Sette capitoli della stessa storia…»